L’Oman offre uno spaccato di mondo arabo. Finora intaccato solo parzialmente dalla opulenza che il petrolio ha indotto nei vicini Emirati. Si toccano numerose delle “attrazioni” classiche del paese, diluite secondo uno dei nostri criteri-chiave. Prendersi tempo a sufficienza per esplorare senza correre troppo.
Popolato da 4,2 milioni di persone, l’Oman è in effetti arabo nella sua quintessenza. Ma ci sono anche 2 milioni di immigrati. Un blend necessario all’economia locale ma che, per una volta, sembra piuttosto armonioso pur non essendo la situazione priva di contraddizioni.
La religione prevalente è l’islam ibadita, non sciita nè sunnita. Si tratta di una corrente nata nel VII secolo, per cui una delle parole chiave è “tolleranza”. Vigono ospitalità e gentilezza, pur nel contesto di un generale conservatorismo.
Il viaggio comincia da Muscat, con la visita della piacevole capitale nel quartiere di Muttrah. L’avveniristico mercato del pesce, la Corniche, il souk, il forte che la sovrasta. Poi con un bus pubblico si raggiunge Bahla, nell’entroterra, dove si visita un’altra fortezza locale (patrimonio dell’Unesco), per giungere la sera a Misfat el Abriyeen.
A Misfat si passano due notti in una guest house di villaggio, che con la sua vivacità contrasta la tendenza all’abbandono dello stesso (paradigma dell’abbandono della ruralità comune all’intero paese).
Nella porzione antica del villaggio, situato in un’oasi, si va solo a piedi: significativa visita guidata. Il sistema irriguo locale è ottenuto tramite canali artigianali, detti aflaj. Permettono di distribuire l’acqua delle sorgenti di montagna alle piantagioni e all’abitato.
Il viaggio consente una lettura approfondita e critica dell’abbandono dei villaggi, fenomeno partito da una dozzina d’anni soltanto – che vediamo non solo a Misfat ma anche nelle visite ad Al Hamrah e a Birkit Al Mouz. Soggiornare qui, in casolari trasformati in pensioni rurali, oltre che gradevole è lungimirante.
Significa utilizzare il turismo internazionale, fattore economico oggi trainante, per rivitalizzare le aree rurali. Frenarne così almeno in parte l’abbandono e il degrado ed evitare il consumo di suolo.
In jeep fuoristrada, col gruppo per 4/5 giorni, si torna poi verso ovest a Nizwa, capitale del regno omanita durante il VI°-VII° secolo. Qui si pernotta e ci si gode il suk locale, oltre all’immancabile ma bellissimo forte.
Al di là delle sue attrazioni classiche, Nizwa vale anche sul piano socioculturale consentendo un approfondimento della situazione degli immigrati (tra indiani, pakistani, bangladesi, filippini, srilankesi, essi costituiscono metà della popolazione, almeno 2 milioni di persone).
Gli immigrati in Oman garantiscono la manovalanza in tutti i lavori che gli omaniti non vogliono più fare. Tengono in piedi l’economia. Per quanto non godano degli stessi diritti della maggioranza, i loro salari e il loro trattamento appaiono dignitosi. La maggior parte dei pasti del viaggio utilizza la loro cucina. Non ci facciamo mancare qualche incontro ad alto tasso di umanità.
Dopo Nizwa ci si arrampica a Jabal Shams. E’ il Grand Canyon d’Arabia a 2500 metri, per una passeggiata spettacolare nel canyon stesso e un po’ di frescura.
Tornando in pianura sempre con le jeep, e proseguendo verso est, si toccano Birkit Al Mouz (oasi). A seguire Wadi Bani Khalid, altra oasi gradevolissima dove gradevole è fare il bagno.
A sera si raggiunge il deserto del Wahiba, popolato da beduini ormai seminomadi, per attraversare il deserto stesso il giorno seguente, fino alla zona di Qihayd, dove le dune raggiungono il mare. In zona, due pernottamenti in campo tendato.
Quindi ancora in jeep si torna lungo la strada costiera verso nord, fino a Ras Al Hadd, punta estrema orientale della penisola arabica. Qui è possibile fare il bagno in un mare pulito, sicuro (e incredibilmente pescoso).
E nei pressi visitiamo l’Area Protetta di Ras el Jinz, dove le tartarughe marine vengono a deporre le uova, dal mare alla sabbia, per poi tornare in mare. Soggiorno di due notti a Ras Al Hadd.
Quindi a un’ora d’auto (qui cambiamo le jeep con un pullmino con autista) si visita la città di Sur, emblema della storia marinara del paese. Poi si prosegue verso est sulla costa, fino a Wadi Shab, un canyon di grande bellezza, per un trekking facile e un bagno nei laghetti tra le rocce.
Infine, a sera, ritorno a Muscat. Dove, insieme agli ultimi acquisti è prevista un’escursione in mare a vedere i delfini. Inoltre si può fare snorkeling, ammirare i forti portoghesi di Jalali e Mirani (ma solo da lontano, non si può entrare).
Attenzione: nel periodo natalizio (dal 20 dicembre al 10 gennaio circa) i prezzi dei voli aumentano sensibilmente e incidono sul costo finale dei viaggi, rispetto a quanto indicato su questa pagina.
I voli internazionali sono sempre inclusi nella Quota da pagare in Italia prima della partenza.
Per approfondimenti:
https://renzogarrone.com/argomenti/oman/155-beduini-nei-deserti-omaniti.html
https://renzogarrone.com/argomenti/oman/117-abbandono-dei-villaggi.html
Dal 24/01/2025 Al 07/02/2025 | Dal 07/02/2025 Al 21/02/2025 | Dal 26/02/2025 Al 12/03/2025 |
Minimo 6 partecipanti paganti più un accompagnatore parlante italiano, e la presenza di guide locali
Sempre e solo per minimo 2 persone. Itinerario e programma personalizzati sono da svolgere per conto vostro con le nostre prenotazioni, senza accompagnatore italiano ma solo con le guide locali richieste, parlanti inglese.
Vitto | cucina araba ma più spesso indiana, del nord del sud, cucina pakistana e del Bangladesh |
Alloggio | alberghi di media categoria che RAM conosce bene, guest houses tradizionali |
Trasporti | bus pubblici, taxi collettivi, pullmino privato, jeep FWD |
Clima | gradevole e secco da ottobre a febbraio, caldo e secco a marzo e aprile, caldissimo da maggio a settembre |
Vaccinazioni | vedi comunicazioni specifiche |
Visto | fino a 14 giorni di viaggio NON serve alcun visto. Oltre i 14 giorni il visto va fatto online prima della partenza (e in questo caso i partecipanti sono tenuti a fare il visto per conto proprio) |